Giovedi 11 marzo – Il Think Tank Ned (New European Dream) è tornata a parlare di Legalità e sicurezza sui fondi in arrivo col Next Generation EU. Oggetto della call è stato il legame tra le mafie e la pandemia e quali soluzioni adottare per contrastarla. Sono intervenuti il Dottor Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, il Dottor Maurizio Vallone, Direttore della DIA Nazionale e il Procuratore Giancarlo Caselli, Presidente onorario di Libera e dell’Osservatorio sulle Agromafie di Coldiretti.

“Se le mafie non avessero il consenso popolare, se non ci fosse sinergia tra mafia e politica, noi avremo la criminalità organizzata e quella comune, ma non le mafie”. E’ il pensiero del procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri che ha aggiunto: “Nel rispetto della Costituzione, bisognerebbe modificare il sistema giudiziario, non basato sull’approccio morale o etico, ma proporzionato alla realtà criminale. Cambiare radicalmente le leggi o forse anche la Costituzione italiana di modo da rendere non conveniente delinquere, in tal caso si potrebbero abbattere le mafie. Una legge sbagliata dello Stato – ha aggiunto Gratteri – porta ad un processo di accelerazione nell’arricchimento delle mafie. Negli ultimi decenni, l’abbassamento della morale e dell’etica, ha contribuito a rendere le mafie più forti grazie alla cooptazione di colletti bianchi, professionisti e gruppi finanziari”. Altro fattore che ha contribuito all’espansione e rafforzamento delle mafie è stata la debolezza della politica. Quest’ultima, con il suo essere distante dal territorio e dai suoi bisogni, ha permesso ai mafiosi di sostituirsi allo Stato dando direttamente risposte ai bisogni dei cittadini sfruttando la fragilità socio-economica della società. L’allarme lanciato da Gratteri è nella sostanza questo: “Più aumenta il ritardo nelle risposte da parte dello Stato ai bisogni della gente, più le mafie guadagno consenso e conquistano il territorio”. Grande attenzione – secondo Gratteri – deve essere riservata alla sburocratizzazione delle procedure per l’accesso al credito e per gli appalti. Ciò è ancora più urgente in presenza della pandemia.

Rafforzare la prevenzione

Se il procuratore Gratteri si è concentrato sui punti critici della lotta alla mafia, il dottor Vallone, ha ipotizzato la possibilità di utilizzare nuovi strumenti per impedire alla mafia di infiltrarsi negli appalti pubblici e più complessivamente nell’economia del Paese. “Occorre rafforzare il sistema della prevenzione – ha detto Vallone – soprattutto in funzione dell’arrivo dei fondi del Recovery Fund. Ma è anche importante dotarsi di nuovi strumenti per rendere veloce e oculata la spesa.  Lo strumento atto a garantire il regolare svolgimento degli appalti, senza che le risorse finiscano nelle mani della criminalità organizzata, è il controllo prefettizio sui singoli appalti e non solo sulle società. Occorre – ha aggiunto Vallone – controllare ogni step, in modo da garantire trasparenza e tracciabilità di tutto quel che avviene nel percorso di spesa delle risorse disponibili”. Grande attenzione – ha aggiunto Vallone – deve essere riservata anche alla gestione dei beni confiscati alla mafia. Questi beni sono tutti sanabili ma il problema sta nella loro gestione, che spesso è svolta da burocrati con poca competenza manageriale. Per raggiungere l’obiettivo – evidenzia Vallone – basterebbe utilizzare le qualità manageriali e imprenditoriali di tutte quelle professionalità che hanno un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, che la crisi ha tagliato fuori dal mercato del lavoro ma che posseggono enormi competenze. Per il il direttore della DIA è anche indispensabile creare, con i capitali sequestrati alle mafie, un fondo di rotazione, che garantisca il credito dell’azienda legale nei confronti delle banche, risolvendo così l’annoso problema dell’accesso al credito che colpisce molte piccole e medie imprese.

La mafia ai tempi della pandemia

“L’economia mafiosa è un fango che penetra ovunque e risucchia tutto ciò che riesce ad attirare nella propria orbita”. Questa è la definizione scelta dal presidente onorario di Libera Gian Carlo Caselli per spiegare l’evoluzione della mafia. Questo fango penetra nell’economia, grazie ai vantaggi di cui gode l’imprenditore mafioso, quali: denaro a costo zero; non necessità di ulteriori immediati guadagni; uso dei metodi mafiosi per aggirare ogni problema e infine il supporto dei complici delle “zone grigie”. La mafia odierna è camaleontica, perché ha una grande capacità di mutare per adattarsi ai cambiamenti e trarne sempre più profitto per i propri affari. Questi vantaggi e cambiamenti fanno si che le opportunità che si presentano alla mafia in questo momento di pandemia, si siano moltiplicate. In questa crisi la società è diventata ancora più fragile e vulnerabile e la mafia ne approfitta col suo DNA di sciacallo pronto a sfruttare le disgrazie altrui.

La criminalità in Europa non è percepita

Un dato messo in evidenza da tutti i relatori riguarda il fatto che “in Europa la questione delle organizzazioni criminali non è percepita allo stesso modo che in Italia, tant’è vero che nei paesi europei non c’è un piano normativo antimafia”. Oltre all’abolizione delle barriere doganali e all’introduzione della moneta unica, è necessario creare un sistema normativo proporzionato alla realtà del nuovo sistema Europa e per fare questo bisogna partire del sistema legislativo antimafia, che in Italia è più evoluto rispetto al resto d’Europa. Passi avanti nella cooperazione internazionale sono stati fatti e l’Italia sta facendo comprendere all’Europa l’importanza delle misure di prevenzione patrimoniali e le possibilità dei sequestri estesi in tutta Europa, ma le difficoltà restano ancora molte.

“Gli strumenti per combattere le mafie ci sono ed esse avranno una fine se ci sarà la volontà politica e sociale di sconfiggerle”, afferma Vallone che, così come Caselli, sostiene che “non dobbiamo mai smettere di credere che avesse ragione Falcone dicendo che  la mafia, come tutte le vicende umane, è destinata ad avere una fine”. Tuttavia alle parole, devono seguire i fatti.

“Il lavoro compiuto quotidianamente dalla magistratura, dalla DIA e da tutte le forze in campo contro la criminalità organizzata sta restituendo credibilità e fiducia nelle istituzioni spesso rappresentate da persone poco presentabili”, ha concluso Caselli che ha aggiunto: “E’ importante fare sistema attraverso il coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli”.

le ricette di Gratteri, Vallone e Caselli